L’anello delle Valli di Argenta lungo la Via Romea Germanica
L’anello delle Valli di Argenta è un percorso di circa 21 km tra argini, ponti e brevi tratti di strada, immersi nella natura, da percorrere a piedi o in bicicletta.
Pubblicato il: 27-12-2021
L'anello delle Valli di Argenta lungo la Via Romea Germanica
L’anello delle Valli di Argenta è un percorso di circa 21 km che circonda la Cassa del Bassarone, la Cassa di Campotto, il Bosco del Traversante e la Vallesanta percorrendo argini, ponti e brevi tratti di strada. A partire dal 1988 questi ambienti sono diventati parte della stazione “Campotto di Argenta” del Parco del Delta del Po.
La zona umida di acqua dolce rappresenta ciò che rimane delle paludi presenti nel territorio; infatti, fino all’Ottocento i fiumi appenninici, che non erano arginati, liberavano i sedimenti trasportati su tutta l’area. Solo nei primi anni del Novecento, con l’intervento dell’uomo e con una più attenta gestione delle risorse idriche, i fiumi furono immessi nel Reno. Il termine “cassa” indentifica la funzione di questi bacini che, in caso di necessità, servono per contenere le piene dei fiumi Reno, Idice e Sillaro, in modo da difendere i terreni bonificati.
Trattandosi di un percorso ciclabile ad anello ( percorribile anche a piedi), si può partire da dove si preferisce (Ponte del Reno ad Argenta, Parco Pieve di San Giorgio, Museo delle Valli, Vallesanta o dal Ponte della Bastia a San Biagio). Partendo da Argenta si percorre l’argine sinistro del fiume Reno con fondo sterrato-ghiaiato sino al Ponte della Bastia, in località San Biagio; questo tratto coincide con il Percorso Primaro.
Durante il tratto arginale tra Argenta e San Biagio sulla vostra sinistra potrete scorgere il Santuario della Celletta. Questo Santuario, un tempo cella rinascimentale e poi tempio barocco, venne innalzato a partire dai primi anni del '600 per fare fronte al crescente numero di fedeli che, in seguito ad una miracolosa apparizione della Madonna, cominciarono ad affluire in questo luogo. La progettazione della nuova chiesa venne affidata al pittore ed architetto argentano Marco Nicolò Balestri e, in seguito alla sua morte, fu portato a termine da Giovan Battista Aleotti, detto l’Argenta. Trae il suo nome da una piccola cappella “celletta” fatta erigere nel 1490 in onore della Vergine, a quanto si racconta, da Gian Polo Fanti e dalla moglie, dopo che essi, caduti da cavallo in prossimità del Po di Primaro, riuscirono a scampare alla morte. La costruzione è di pianta ellittica, così com’era in uso nel Seicento, ma con linee e modanature architettoniche classicheggianti.
Una volta raggiunto il Ponte della Bastia, potrete attraversarlo grazie ad un piccolo passaggio pedonale. Alla vostra destra troverete una strada ghiaiata (Via Beccaria Nuova) sulla quale proseguire il percorso. Poco dopo si raggiunge un secondo ponte, che attraversa il torrente Sillaro, alla fine del quale sulla vostra sinistra inizia la Valle Santa. Il percorso prosegue sull’argine sinistro del torrente Sillaro, un argine dal manto erboso dal quale potrete ammirare tutta la Valle Santa per circa 3.2 km.
La cassa di espansione di Vallesanta si estende su circa 230 ettari tra acque e canneti. Questo luogo, dove acqua e terra si confondono tra di loro, è diventato rifugio e sosta per un ricco numero di specie di uccelli migratori, pesci e mammiferi.
Mediante una rampa inerbita si scende dall’argine del torrente Sillaro per proseguire lungo l’argine della cassa Vallesanta per circa 2.4km. In questo tratto si trova una torretta di osservazione che offre una splendida visione panoramica dall’alto. Una volta giunti al termine del tratto erboso dell’argine della cassa Vallesanta il percorso prosegue fino a Campotto su strada asfaltata, in promiscuo con autoveicoli, percorrendo via Vallesanta e Via Bastia Levante (2 km). All’incrocio con la via Cardinala (SP 38) si prosegue su asfalto svoltando a destra sulla stessa per 1km. Svoltando nuovamente a destra potrete fermarvi a visitare il Museo delle Valli di Argenta e sostare nel capanno per un pic-nic.
Il Museo delle Valli d’Argenta è un museo storico naturalistico che descrive attraverso immagini, oggetti e modelli la storia, la cultura, le tradizioni e la natura di questo territorio. Qui potrete, inoltre, prenotare le visite a piedi, in bici o in eco-car nell’area protetta del Bosco del Traversante, nella Cassa di Campotto e Bassarone.
Il percorso continua lungo il sentiero sterrato che costeggia Via Cardinala, dopo aver oltrepassato un ponticello si sale sull’argine di Cassa Campotto. Inizialmente il percorso costeggia sempre la strada ma, all’altezza della rotonda che porta a Molinella, si allontana da essa e si arriva a percorrere l’argine della cassa di espansione Bassarone. Alla fine dell’argine si può svoltare a sinistra per arrivare al Parco della Pieve di San Giorgio, dove potrete fermarvi per una pausa e ammirare esternamente la chiesa che da il nome al parco.
La Pieve di San Giorgio è la chiesa più antica della provincia di Ferrara (569). La pianta primitiva era a tre navate con abside pentagonale ma ora si presenta con la sola navata centrale (l’originale piano di campagna si trova a circa tre metri di profondità da quello attuale). All’interno si trova l’altare bizantino e tracce di pittura del XII secolo. Di notevole interesse è il portale del 1122 di Giovanni da Modigliana, in cui sono raffigurati il martirio di San Giorgio e la rappresentazione allegorica dei mesi dell’anno.
Nel tratto finale del percorso, se volete concedervi una piccola deviazione, prima di attraversare il Canale della Botte, sulla sinistra, trovate la strada del Saiarino che vi conduce al Museo della Bonifica, visitabile su prenotazione.
Il Museo della Bonifica, situato all’interno di uno stabilimento idrovoro attivo, racconta al visitatore la storia millenaria del rapporto tra l’uomo e l’acqua. L’impianto idrovoro di Saiarino, sede del museo, è uno splendido edificio in stile liberty inaugurato da Re Vittorio Emanuele III nel 1925, è il cuore del grande sistema di bonifica di destra Reno, che garantisce sicurezza idraulica ai territori della bassa pianura bolognese.
Se volete concedervi un’altra deviazione, dopo il Canale della Botte, sulla destra, seguendo il sotto argine potrete raggiungere, dopo circa 1.7 km, il Casetto del Cai. Il percorso termina con il rientro ad Argenta.
Il Casetto Cai è una vecchia Casa di Guardia del fiume Reno risalente ai primi anni del novecento. La casa, costruita nel corso delle operazioni di bonifica del territorio argentano come presidio e guardiania delle opere stesse, ha ospitato nel corso della seconda guerra mondiale gruppi di sfollati provenienti dai centri abitati circostanti ed è stata abitata fino agli anni sessanta dall’ultimo custode. L’immobile si trova a ridosso del fiume Reno lungo la riva sinistra del Canale della Botte, ad una altitudine di 4 m sul livello del mare, quota che lo rende a tutti gli effetti “il più basso rifugio d’Italia”.
Alcune indicazioni tecniche.
Tipologia itinerario: naturalistico e culturale
Lunghezza: 21 km circa
Tracciato: promiscuo pedonale, ciclabile e veicolare
Manto: erba, ghiaia e asfalto
Approfondimento a cura dell'Ecomuseo delle Valli di Argenta